L'AREA DI PROGETTO
La zona oggetto del progetto è quella del
settore nord-occidentale dei Monti Lucretili, ove si apprezza maggiormente il
paesaggio tipicamente sabino delle dolci colline e dei pendii costantemente
acclivi caratterizzati dal geometrico disegno degli oliveti bruscamente
interrotto ad oriente da una discontinuità morfologica rappresentata dal Monte
Serrapopolo.
Avvicinandosi al Convento di San Nicola già dal centro urbano di Scandriglia è imponente la prospettiva della dorsale dove l’orientamento con asse appenninico e la percezione dell'assetto tettonico dei Monti Lucretili è molto evidente.
Nella nostra ipotesi progettuale si é fatto uno sforzo unificatore per rendere le singole situazioni coerenti con l’identità del Parco e degli scopi di tutela attiva, di conoscenza e divulgazione e di accoglienza.
CONCETTI GENERALI
Avvicinandosi al Convento di San Nicola già dal centro urbano di Scandriglia è imponente la prospettiva della dorsale dove l’orientamento con asse appenninico e la percezione dell'assetto tettonico dei Monti Lucretili è molto evidente.
Nella nostra ipotesi progettuale si é fatto uno sforzo unificatore per rendere le singole situazioni coerenti con l’identità del Parco e degli scopi di tutela attiva, di conoscenza e divulgazione e di accoglienza.
CONCETTI GENERALI
La proposta progettuale prevede il restauro e
la valorizzazione dell’ antico Convento di San Nicola, con la creazione di una
struttura ricettiva e di un Centro di Interpretazione della flora e del
paesaggio.
L’atteggiamento progettuale rivolto
all’edificio esistente è nel massimo rispetto storico, volumetrico e
costruttivo dei resti e delle sovrapposizioni storiche che lo hanno portato
allo stato attuale. Per quanto riguarda le zone in rovina del complesso si è
optato per la ricostruzione volumetrica degli elementi che configuravano il
chiostro, spazio centrale di ogni edificio conventuale, e riproporne la
spazialità originaria.
Per la progettazione sono stati seguiti i
criteri della Carta di Venezia del Restauro del 1964, che sottolineava come “qualsiasi lavoro di completamento deve
essere testimonianza della nostra epoca”, per questa ragione nella
ricostruzione del volume mancante e del muro che servono per ridefinire lo
spazio del chiostro si è optato per un’ architettura contemporanea in
consonanza con quella esistente, ma non mimetica.
Nonostante l’edificio in origine fosse
probabilmente intonacato riteniamo più corretto lasciare il complesso in pietra
a vista sia per mantenere la percezione collettiva che si ha di lui, ma anche
per risolvere in maniera più coerente le zone crollate, tanto quelle
ricostruite come quelle restaurate e lasciate nello stato attuale. La decisione
viene presa con la consapevolezza che comunque sarebbe sempre possibile la sua
intonacatura senza che il progetto perda forza, ma lo sconsiglieremmo anche per
il suo più oneroso mantenimento.
Il materiale previsto per la ricostruzione è
la stessa pietra utilizzata nel convento, ma con un taglio moderno a vista e
senza giunti, recuperando e lavorando, per quanto possibile, il materiale
presente accatastato negli spazi adiacenti, mantenendo così la continuità
cromatica ed estetica tra antico e moderno.
Per quanto riguarda gli altri materiali si
prevede tanto il recupero dei pavimenti e delle strutture di legno a vista e
ove fosse strettamente necessario una loro sostituzione con gli stessi
materiali e tecniche costruttive. Il materiale utilizzato per gli spazi
esterni: passerelle, percorsi e totem
sarà il legno riciclato ottenuto dal taglio periodico e programmato degli
alberi del Parco.
Coautores: Davide Olivieri, Fernando Garrido,
Juan Carlos Herrera
Colaborador:
Simone Langiu